Teste di moro Caltagirone - ceramica bianca con corona
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Teste di moro Caltagirone - ceramica bianca con corona

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Teste di moro di Caltagirone. 25cm. Ceramiche bianche di Caltagirone con corona

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Teste di moro in ceramica di Caltagirone.

 

Teste di moro portapiante in ceramica di Caltagirone. Realizzato con smalto bianco su argilla rossa ed applicazioni interamente realizzate a mano con effetto antichizzato.

Un simbolo delle ceramiche artistiche di Caltagirone.

Dimensioni:
  • Altezza: 25 cm. ( altezza media del maschio )


Attenzione: data la tecnica di lavorazione, le dimensioni, colori ed applicazioni (fiori ,foglie, bottoni, ecc.) possono variare leggermente da quelli in foto.

 

Perchè teste in ceramica?

Le teste di moro sono forse tra le più antiche forme rappresentative delle ceramiche artistiche di Caltagirone. Ricche di storia e fascino, prodotte in migliaia di varianti. Questi fantastici vasi portapiante si prestano a numerose funzioni, le teste di moro in ceramica sono adatte alla coltivazioni di piante o come portavaso, alcuni li usano adornandoli con vistosi mazzi di fiori per colorare di vivacità gli ambienti, ma non manca chi preferisce lasciare le teste di moro in ceramica di Caltagirone nel loro fascino naturale.

Molti si potrebbero chiedere il perchè di questa forma così strana ed insolita, perchè creare un vaso a forma di testa?

Quali fatti hanno ispirato la creazione delle teste di moro in ceramica?

La leggenda delle teste di moro.

Questi vasi in ceramica a forma di testa di moro sono così difusi in Sicilia da essere divenuti uno dei simboli rappresentativi dell’isola. Questi particolari oggetti adornano i balconi delle abitazioni e spesso sono utilizzati come elemento decorativo dei salotti dei siciliani e dei turisti che li acquistano come souvenir presso le varie botteghe artigiane di Caltagirone.

La particola forma di testa, deriva però da una macabra leggenda, ambientata a Palermo, che non tutti conoscono, dobbiamo premettere per una migliore comprensione che il termine "moro" è il termine con cui i siciliani chiamavano le popolazioni arabe e turche per il colore della loro pelle, per l'appunto mora.

Si racconta che intorno all’anno 1100, periodo della dominazione araba in Sicilia, alla Kalsa, antico quartiere della città di Palermo, vivesse una bellissima principessa. La ragazza trascorreva le sue giornate quasi esclusivamente in casa, dedicandosi alla cura delle piante che ornavano il suo balcone. Un giorno, passando per la Kalsa, un giovane moro vide la bella ragazza intenta ad annaffiare i suoi fiori, e subito se ne innamorò. Decise di volerla tutta per se e, senza indugio, entrò in casa della ragazza per dichiararle il suo amore.
La fanciulla, colpita da quell’ardito e intenso sentimento, ricambiò l’amore del giovane moro, ma quando seppe che questi l’avrebbe presto lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove l’attendevano moglie e i figli, approfittò della notte e lo uccise mentre giaceva addormentato. La ragazza gli tagliò la testa, e con questa fece un vaso dove piantò una pianta di basilico. Infine lo mise in bella mostra fuori nel balcone, affinché l’uomo rimanesse per sempre con lei e come dimostrazione di forza e coraggio della casta a cui apparteneva.
Le piante crebbe rigogliose, destando però l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere che, per non essere da meno, si fecero costruire dei vasi di terracotta a forma di testa di moro.